Quel giorno pioveva molto, ma in oreficeria vi era un grande andirivieni tra fattorini, clienti e anche qualche amico che passava, come di consueto, a salutare il mastro orafo . Così non aveva notato nessuno una bambina che col suo nasino all’insù e i suoi occhietti curiosi scrutava attentamente la maestosa vetrina. La bambina avrà avuto non di più di cinque sei anni e se ne stava fissa li davanti.
Fu Armando a vederla finalmente e iniziò, preoccupato, a riempirla di domande: dove fossero i suoi genitori o da dove venisse. Ma lei imperterrita rispondeva: -L’angioletto, signore, vorrei tanto un angioletto, per favore.-. Al che dopo aver sentito parecchie volte rispondersi così, Armando comprese che la piccola si riferiva ad una delle sue creazioni dal nome Amorino e gliene donò uno.
Fu colpito dalla commozione e dalla gratitudine che trapelavano dagli occhi della bimba. Guardava quel piccolo tesoro con tutto l’amore del mondo. Lo strinse forte nella manina e nell’uscire disse: “Gioielliere non si preoccupi, la ripagherò. E’ una promessa.”. Lui le sorrise e continuò a sorridere vedendola correre via: non sapeva se gli avesse detto la verità, se l’avrebbe mai rivista, ma in cuor sentiva di aver fatto una cosa buona.
Non passarono molti giorni, quando di prima mattina, arrivato in oreficeria vide un pacchetto lasciato vicino alla porta d’ingresso. Dopo averlo scartato, Armando non credeva ai suoi occhi: era un biscotto a forma di angioletto, accompagnato da un bigliettino sul quale scriveva: “Caro gioielliere di più non so fare. Lei mi ha donato un suo angioletto ed io le dono uno fatto da me. Lo so che il suo ha più valore, ma io ci ho messo tutta la gratitudine che ho nel mio cuoricino.”.
Commosso Armando mise da parte quel biglietto e si gustò quel dolcissimo, in tutti i sensi, biscotto.
Così, ancora oggi, quando vende un amorino pensa a quella bimba e alla sua “lezione”: non importa il valore delle cose, ma i sentimenti di chi le dona, anche il più banale dei regali acquista una luce diversa se fatto con vero amore.